Un antico oracolo nordico

Oggi si parla di lettura runica come si parla di tarocchi o di I-Ching. Ma che cosa sono le rune e come si usano? Ce lo svela Cristina Fabbrini, scrittrice e maestra runica, ma non solo…

Da dove vengono le rune? Le rune sono un mezzo di divinazione di origine nordica. Vengono dall’alfabeto Futhark e hanno una storia molto antica, tanto che nessuno riesce a farle risalire a una data precisa. Sappiamo che i vichinghi le utilizzarono sia come alfabeto sia come mezzo di divinazione.
Si tratta quindi di ideogrammi, ossia di lettere che come quelle cinesi, si riferiscono a delle immagini e non a dei suoni? Sì, mi sembra una definizione centrata perché in realtà all’interno di ogni singolo segno runico si nasconde un mondo di significato il che ci permette di fare un tipo di divinazione molto specifico e particolareggiato. Per lo stesso motivo le rune si possono utilizzare anche per rituali magici, per la fabbricazione di amuleti, o di gioielli portafortuna. In altre parole ciascuna runa ha i sé un’energia particolare e molto potente che può essere utilizzata per creare l’ambiente adatto agli scopi che ci servono in quel momento. Se, per esempio, traccio la runa Gyfu, che è una runa bellissima a forma di X, non sto semplicemente tracciando un segno che richiama l’amore e l’armonia, ma evoco delle energie specifiche legate a quella runa che si collegano a tutta una serie di altre energie e altre circostanze. Gli antichi Vichinghi avevano il mito del Wyrd, che ai giorni nostri conosciamo come Karma e che è tutta quella connessione di avvenimenti di situazioni e di emozioni che si attivano tra le persone quando si vanno a sollecitare determinate energie.
Come si pongono le Rune rispetto ad altri tipi di divinazione quali i Tarocchi o il Libro cinese dei Mutamenti I-Ching? Direi che le Rune si situano a metà strada tra gli altri due metodi, nel senso che non danno risposte particolareggiate come i Tarocchi che ci possono addirittura predire un incontro con una certa persona con determinate caratteristiche fisiche. Diciamo che le Rune danno delle indicazioni di massima che vanno interpretate da chi legge, così come anche gli esagrammi del Libro dei Mutamenti. L’aspetto intuitivo di chi interpreta qualsiasi tipo di oracolo è comunque sempre fondamentale per fornire quei particolari che l’oracolo in sé non dà.
In altre parole chi si avvicina alla divinazione deve possedere un certo dono medianico? Sicuramente. Chiunque faccia delle letture, siano esse di Tarocchi, di Rune o di I-Ching, deve essere in un certo senso chiamato dall’oracolo. Nel caso delle Rune, che conosco meglio, questo aspetto della chiamata, è particolarmente importante. Per fare un paragone legato agli animali domestici, direi che le Rune sono come i gatti che hanno un loro carattere e un loro modo di agire, per cui, se li sai prendere sono dolcissimi, ma se sentono che tu non li ami come vorrebbero, reagiscono male.
Chi si rivolge a lei per farsi leggere le rune e per quale motivo? Per quanto riguarda la lettura runica si tratta di persone normalissime che si rivolgono a me per avere delle risposte solitamente legate all’amore e alle relazioni, oppure al lavoro e alle finanze. Poi però io porto avanti anche un lavoro di un altro tipo, collegato alla cristalloterapia delle vite passate che prima praticavo con mio marito, Marco Serravalle, fondatore del metodo e che oggi continuo a praticare da sola perché mio marito purtroppo non ha più il tempo di occuparsene. Questo lavoro con i cristalli viene unito al lavoro runico per cui vediamo quali sono i blocchi che una persona ha in una determinata sfera della propria vita (e qui torniamo sempre al discorso delle relazioni sia con il partner, sia con i genitori, o con i figli) e poi andiamo a lavorare sui blocchi con la cristalloterapia.
Potrebbe fare un esempio? Poniamo che una persona abbia determinati problemi relazionali con il partner, o con l’avvicendarsi dei partner, nel senso che ripete sempre gli stessi errori. In questo caso andremo prima a lavorare con le Rune per vedere che tipo di problematica ha determinato la situazione, dopo di che inizieremo il trattamento con i cristalli delle vite passate per sciogliere i problemi emersi. Diciamo che i due metodi possono essere usati separatamente, ma lavorano molto bene in simbiosi. Quindi le persone che richiedono il mio intervento possono sia fermarsi alla divinazione, sia scegliere di portare avanti un lavoro più complesso.
Questo lavoro con i cristalli è diverso dalla cristalloterapia classica? Lavora a un livello energetico, piuttosto che sul corpo. Per fare una breve descrizione di una seduta, la persona si sdraia su un lettino e viene portata a un livello di profondo rilassamento, dopo di che si dispongono un certo numero di pietre sui chakra e da lì parte la ricostruzione di una, due, tre vite passate. È un lavoro che potrebbe essere assimilato all’ipnosi regressiva, solo che non vi è ipnosi. La persona viene portata a un livello alfa avanzato con lo scopo di abbassare le difese dell’io e di chiedere l’aiuto del sé superiore per visualizzare o sentire quelle vite passate che hanno a che vedere con il disturbo specifico sul quale vogliamo andare a lavorare.
Per quello che riguarda le vite passate, esistono quelle che si potrebbero chiamare due scuole di pensiero. Secondo l’una è giusto conoscere le proprie vite passate per vedere gli errori fatti e trarne un insegnamento, secondo l’altra invece queste rivisitazioni sono pericolose perché rischiano di scatenare una forma di fascinazione e di dipendenza. Lei che cosa ne pensa? Non penso che tutti si possono avvicinare a queste pratiche. Chiaramente non sto parlando dell’ipnosi regressiva che non conosco, ma solo della cristalloterapia. Anche qui, come per l’oracolo, ci vuole una specie di chiamata. Ciò nonostante l’esperienza che abbiamo fatto in vent’anni di lavoro ci ha convinto dell’efficacia e dei benefici di questa pratica. Nella seduta chiediamo al nostro sé superiore (che non è altro che la nostra parte disincarnata) il permesso di accedere a certe informazioni. Si potrebbe obbiettare che poiché queste informazioni non sono accessibili naturalmente, è giusto che ci vengano negate. In questo caso risponderei che quando ci reincarniamo ci portiamo comunque appresso delle informazioni ma spesso non sappiamo farne buon uso perché vi accediamo solo attraverso l’inconscio. Quindi per arrivare allo scopo della nostra esistenza, che poi è l’evoluzione, spesso dobbiamo trovare il modo di attingere a queste informazioni. Nel caso del il nostro metodo, si tratta di una pratica assolutamente non invasiva che ci fa elaborare il ricordo in modo da trarre un insegnamento dall’esperienza senza restare intrappolati nell’emozione, il che permette finalmente di uscire da certi comportamenti compulsivi. Spesso il ricordo della vita passata crea come una specie di traccia energetica che ci porta a ripetere all’infinito lo stesso errore. La cristalloterapia aiuta a uscire da quei percorsi obbligati per trovare finalmente nuove strade e soluzioni. Per fare esempio, una persona che ha la fobia dell’acqua, potrebbe essere morta per annegamento, o aver subito una tortura in cui veniva usata l’acqua. Durante la seduta rivivrà questi episodi, ma con il dovuto distacco e in seguito ne sarà liberato, come se la cicatrice lasciata da quelle esperienze non ci fosse più. Rimarrà invece il ricordo e anche l’insegnamento.

Per saperne di più: http://www.erbaluce.ch    http://www.regressioni.it  

 

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